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Psiche e Malattia.

Immagine del redattore: Roberto CalcaterraRoberto Calcaterra

Da tempo ormai il mondo scientifico si sta occupando di ciò che spesso veniva liquidato, con la semplice diagnosi di paziente fobico ed ipocondriaco.


È questa la malattia psicosomatica o somatopsichica, denominata in questi due modi differenti, a seconda del punto di vista con cui viene approcciata.


In realtà non si può non affrontare un sintomo ricorrente o una malattia già sintomatica, senza occuparsi del risvolto psichico che il paziente riporta.


Si è soliti affermare che il problema di fondo è stato rimosso a livello inconscio e che va indagata la genesi di quel disagio, che poi diventa fisico.


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Psiche

A questo punto è doverosa una riflessione. Si parla di inconscio come se fosse una scatola vuota in cui la sofferenza viene chiusa a chiave e da lì, farla riaffiorare è spesso troppo doloroso.

In realtà l’inconscio è un pieno: tutti noi nasciamo e ospitiamo un inconscio collettivo e soprattutto familiare che è già incredibilmente presente.


Abbiamo dentro di noi il dolore di tutti coloro che ci hanno preceduto, e di cui spesso siamo chiamati a farci carico, pur non essendone consapevoli.


Ogni esperienza, dolorosa o meno, viene registrata a livello ipotalamico, considerata come la scatola nera posta nel nucleo profondo del nostro encefalo, e da lì dirottata alla corteccia cerebrale dove si formano vere e proprie cicatrici in aree associative.


Ed è qui che inizia la genesi della malattia. Il rifiuto di tale evento e la paura di doverlo ancora incontrare nella vita, generano uno squilibrio neuroendocrino.


Come in tutti gli animali, questo stress, che e’ il nostro disagio quotidiano, viene espresso attivando il sistema adrenergico o noradrenergico.


Il sistema adrenergico o simpatico si avvale del meccanismo di difesa della fuga. Se un’antilope incontra il leone, per salvarsi attiverà tale sistema, correrà veloce con tutta l’adrenalina che riuscirà a produrre e si salverà la vita.

Noi esseri umani attuiamo lo stesso meccanismo in caso di pericolo imminente, ma il problema, per il nostro organismo non tarato dall’evoluzione per questo tipo di stress, insorge quando si mantiene questo sistema di attivazione in modalità cronica, affrontando la vita in un perenne stato di allarme. 


Secondo la medicina cinese, che conosceva la psicosomatica già quattromila anni fa, viene attivato il meridiano vaso governatore detto Du Mai, che corre lungo il nostro dorso, trattabile solo con coppettature e moxa e non con gli aghi. Questo meridiano, se non è in equilibrio, sottrae energia a reni, surreni, midollo e cuore. Secondo la nostra visione occidentale, possiamo notare che il sistema adrenergico consuma il surrene, il rene, il cuore e il cervello, e le patologie correlate saranno di tipo ormonale, ipertensivo, della struttura ossea, del cervello, del ritmo sonno-veglia con insonnia.

 

Per quanto riguarda il sistema noradrenergico o vagale, continuando con la stessa immagine, se la piccola antilope incontrerà il leone per lei non ci sarà scampo, e l’unica salvezza avverrà soltanto se saprà fingersi morta .


Il leone potrebbe scegliere di lasciarla a terra, proprio perché troppo piccola per le sue esigenze, e col suo branco potrebbe andare a cercare un animale più grande. In questo modo la piccola antilope potrebbe salvarsi e tornare dalla madre.


Anche noi, nella nostra via, a volte ricorriamo ad attivare il nervo vago in modalità costante, fingendoci morti, incapaci di affrontare i problemi, procrastinando, preferendo aspettare, impedendo che la situazione cambi, smettendo di fatto di vivere.


Per la visione della medicina cinese, il nervo vago, che decorre centralmente sulla parte anteriore del corpo, viene chiamato vaso concezione o Ren Mai. Questo meridiano nutre le viscere, lo stomaco, il cuore e la tiroide. Ed è così che l’attivazione del vago, l’incapacità di trovare una via d’ uscita da un conflitto, genera problemi psicosomatici a intestino, stomaco, cuore e tiroide.


Per affrontare tutte queste dinamiche somato - psichiche , al di là della comprensione e dell’accettazione dell’evento, che peraltro è nel passato, un passato che in questo momento non esiste più, che complica il presente e rischia di compromettere il futuro, occorre riequilibrare l’asse simpatico - vagale.


Per riequilibrarlo è necessario un cambiamento.


Un cambiamento che inizia sempre dallo stile di vita, dalle scelte alimentari, e da rimedi e punti di agopuntura specifici per ogni persona, che è unica, come i suoi vissuti, le sue paure, e tutti i suoi sogni. 

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