Ogni qualvolta non accettiamo il lutto, la morte di una persona, la fine di una relazione, quella che consideriamo una retrocessione, una svalutazione del sé, nella nostra tiroide si forma un nodulo.
Rimane una cicatrice perenne, testimonianza di ciò che la vita ci ha riservato. A noi il difficile, e a volte immane lavoro, di superare l’evento e le sue conseguenze.
Una considerazione su quella malattia sempre piu’ diffusa denominata sindrome di Hascimoto.
È una malattia autoimmune che colpisce la tiroide.
La causa è sconosciuta, la medicina ipotizza un’infezione probabilmente virale che colpisce la tiroide e la rende debole e quindi ipofunzionante per tutta la vita a causa della formazione di autoanticorpi che distruggono parte della ghiandola .

È una malattia autoimmune, quindi sono presenti anticorpi contro il sé, visto che la tiroide ne è la sede, come abbiamo detto poc’anzi.
Ma cosa fa produrre autoanticorpi? Il senso di colpa.
A volte, dinnanzi a un lutto che non abbiamo previsto (come poterlo fare?) o in cui non ci siamo sentiti all’altezza ,o dove non abbiamo, secondo noi, fatto a sufficienza, miniamo nel profondo la nostra autostima e produciamo un processo di dolore che non risolve l’evento, non potendolo cambiare, ma distrugge noi, nel nostro profondo. Quanti pazienti vediamo vivere nel passato ,legati nel profondo a un lutto di cui si sono sentiti in colpa e in difetto senza rimedio.
Da ciò, intuiamo che il processo di guarigione, al di là di un cambiamento alimentare, primo passo sempre, deve necessariamente passare dall’accettazione e dalla trasformazione del dolore che ognuno di noi e’ chiamato a conoscere nel percorso di questa vita.
Comments