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Immagine del redattoreRoberto Calcaterra

Sport: divertimento e prevenzione

La vera prevenzione non consiste nel fare costantemente, anche con metodo, esami del sangue e strumentali. Ben che vada si può pensare di ottenere una diagnosi precoce, ma saremo già comunque in ambito di patologia. 


La prevenzione primaria risiede nello stile di vita. Siamo in grado, con lo stile di vita, di cambiare il destino dei nostri geni, anche di quelli deputati alle ormai note “patologie ereditarie.”


Malattie cardiovascolari, obesità, diabete, pur presenti nella nostra famiglia, non sono condanne, né anatemi, bensì il punto di partenza del nostro cambiamento.


L’alimentazione è la base su cui impostare questo progetto. Energia alimentare e energia vitale si sovrappongono. Questo prezioso dono da fare a noi stessi è amplificato dall’ attività fisica. Già il camminare a passo sostenuto, con metodo ogni giorno, il più possibile, evitando di usare mezzi di trasporto, ascensori, scale mobili e tutto ciò che appartiene a un certo comfort a cui siamo abituati, è un buon inizio. I famosi 10.000 passi quotidiani sono il minimo a cui dovremmo ambire.


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Ricordiamoci sempre che l’invecchiamento del cervello è contrastato dall’attività fisica, che stimola la formazione del Fattore di Crescita Neuronale (NGF), che promuove la comunicazione tra le nostre cellule nervose. L’assenza di movimento e la vita sedentaria inibiscono fortemente questo “fattore della giovinezza” del nostro cervello. Questo ci fa davvero comprendere che la natura ha progettato il corpo umano come un mezzo di movimento, e che questa è la nostra meravigliosa attitudine, muoverci. 

Una volta instaurata questa buona abitudine, possiamo anche immaginare di avvicinarci a una vera e propria attività fisica, che include lo sport, a seconda dell’età e del nostro stato fisiologico. Patologie croniche, esigenze particolari,  tempo a disposizione, sono chiaramente elementi da prendere in considerazione, ma siamo convinti che ognuno di noi potrebbe iniziare, per gradi, a svolgere una pratica sportiva idonea. 


Al di là del fatto fisico, lo sport di squadra è altamente educativo in termini di relazioni, di riconoscimento e del rispetto dei ruoli, al di là dei risultati che si otterranno. Il mio adorato basket insegna che la bravura e il talento del singolo se non vengono integrati in un lavoro di squadra, sono di per sé sterili , e che il sacrificio del gruppo porta, al di là del risultato, una formazione del proprio carattere,  che poi avrà per tutta la vita un riscontro positivo. Si vince e si può perdere, ma l'impegno,  la concentrazione,  il metodo, che solo lo sport ci può donare, sarà bagaglio che ci accompagnerà per sempre.


Con l'avanzare dell'età, un appuntamento programmato con la propria disciplina sportiva ci permette di avere in dono una pausa fondamentale per mantenere una forma fisica accettabile e ci permette di rilassare la mente dallo stress quotidiano. Può diventare una sorte di premio per la propria quotidiana routine lavorativa. 


Se possibile inserite in agenda queste ore di sport, come fosse un appuntamento col nostro cliente più importante, noi stessi.


Dovremmo con l'età scoprire altre discipline non meno importanti, che permettano soprattutto alla mente un momento di rigenerazione e di evoluzione. Mi riferisco a discipline sempre più diffuse che non dipendono solo da un fisico performante. Lo joga, il tay chi, la meditazione di gruppo, il pilates e altre discipline che integrano il corpo con la consapevolezza della mente.


Secondo la visione della medicina cinese, il fegato nutre i muscoli. Ma se il fegato viene costantemente sollecitato da alimenti non sani e da un uso sempre più sconsiderato di farmaci, diventerà sempre meno competente nell’elaborare ed eliminare le tossine. Dopo i primi vent'anni nessuno di noi può più contare su una capacità totale del fegato di eliminare queste tossine. Per questo motivo, se non facciamo attenzione a eliminare gli alimenti considerati energicamente e nutrizionalmente estremi, come tutti gli zuccheri, l’alcol, gli alimenti raffinati e industriali, i derivati animali come i salumi e i formaggi più stagionati, ad un certo punto inizierà l'intossicazione silente del fegato, che poi potrà diventare una vera e propria patologia.  


Dobbiamo essere tutti, in un certo senso, gli atleti della nostra vita. E nutrire con amore questo atleta delicato, il corpo con cui siamo chiamati a vivere. 


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